Casa Museo e Quadreria Cesarini

A pochi passi dal Ponte della Concordia sorge la Casa Museo e Quadreria Cesarini, dimora del Notaio mecenate e collezionista d’arte, che alla sua morte avvenuta nel 1977, lasciò i due palazzi e la sua collezione di dipinti e sculture alla città di Fossombrone per farne un museo.

Preziose porcellane, ceramiche d’arte, cristalli e cornici dorate, all’interno di ambienti rivestiti di tappezzerie di seta e tappeti orientali, creano un’atmosfera d’altri tempi, colta e agiata, testimonianza di un gusto e di un’epoca. Uno dei nuclei più importanti della Quadreria è costituito dalle opere di Anselmo Bucci, fondatore del movimento “Novecento”. Al piano superiore, il resto della collezione comprende dipinti e sculture di Giorgio Morandi, Marino Marini, Francesco Messina, Achille Funi, Gino Severini, Angelo Biancini ed altri importanti autori dell’arte figurativa italiana del ‘900.

Ponte della
Concordia

Luogo simbolo della città, il Ponte della Concordia è uno dei più fotografati delle Marche. Chiamato dai forsempronesi semplicemente “il Ponte”, con il suo unico arco di eccezionale ampiezza si specchia nel fiume Metauro, formando un cerchio perfetto che gli è valso il titolo di “Occhio di Fossombrone”. Edificato nella seconda metà del ‘700, venne ricostruito negli anni ‘40 del secolo scorso dopo essere stato demolito dai soldati tedeschi durate la Seconda Guerra Mondiale, nel tentativo di rallentare l’avanzata Alleata.

Chiesa di San Filippo

Eretta tra il 1608 e il 1613 come scioglimento dell’ex- voto fatto dai cittadini di Fossombrone per la nascita di Federico Ubaldo Della Rovere, ultimo erede dei Duchi di Urbino, fu in seguito affidata ai Padri Oratoriani di San Filippo Neri e solennemente consacrata nel 1726, dopo più di cento anni di lavori. Oltre all’esuberante decorazione di stucchi, arricchiscono il prezioso patrimonio di San Filippo notevoli lavori in marmo e gesso, tele e pale d’altare di autori quali Francesco Guerrieri, Claudio Ridolfi, Pierantonio Palmerini e Giuseppe Diamantini.

La Pinacoteca Civica

Istituita nel 1901 da monsignor Augusto Vernarecci, il nucleo iniziale era costituito da opere donate dallo stesso fondatore, e si è successivamente arricchito con diverse donazioni, prima fra tutte quella della famiglia Rocchi Camerata Passionei, del 1906, a cui si sono aggiunte opere provenienti da altri lasciti e da chiese e conventi della città.

Nelle sale sono esposti dipinti che documentano la pittura a Fossombrone e nel suo territorio tra il XVI e il XIX secolo. Tra tutti i pittori spiccano la presenza del forsempronese Francesco Guerrieri (1589-1657) e dell’urbinate Federico Barocci (1535-1612) insieme ad alcuni suoi seguaci, dell’urbaniese Domenico Peruzzini, del forsempronese Giuseppe Diamantini, lungamente attivo a Venezia, del fanese Sebastiano Ceccarini, del campano Sebastiano Conca, del cagliese di formazione romana Gaetano Lapis, oltre ai ritratti dell’anconetano Francesco Podesti (1800-1895).

Rocca Malatestiana

La città di Fossombrone ha alle sue spalle la collina di San Aldebrando, ricca di tracce di storia antica. Con il progressivo abbandono della città romana, colpita per la sua posizione dalle continue incursioni dei barbari, la popolazione trovò rifugio su questa altura. l’antico quartiere della Cittadella e, più in alto, i resti di una poderosa fortezza: la rocca Malatestiana, e la chiesa di San Aldebrando, patrono della città, ci raccontano l’importanza di questo primo, più antico, nucleo cittadino. La Rocca, iniziata nel XIII sec. durante il dominio papale sulla città e ampliata dai Malatesta, fu in seguito potenziata da Francesco di Giorgio Martini, per volere del Duca di Urbino Federico da Montefeltro.

La Città dalle
tre Corti

La visita al Museo Archeologico e alla Pinacoteca Civica, permette di vedere l’interno della Corte Alta, l’unica delle tre Corti di Fossombrone in questo momento visitabile. Fossombrone era detta infatti la città delle tre Corti, in quanto le nobili famiglie Montefeltro e Della Rovere fecero costruire nel corso del tempo ben tre palazzi, il primo più arroccato e dominante, gli altri due, la Corte Rossa e infine la Corte Bassa, più comodi e accessibili.

Una seconda scalinata ci riporta in Corso Garibaldi, dove poter rilassarsi in uno dei tanti locali presenti con un aperitivo o con un tipico gelato artigianale.

LA CASA DEGLI ARTISTI DI SANT’ANNA DEL FURLO

Nello straordinario scenario della Gola del Furlo, oltre il borgo medievale di Sant’Anna con le sue caratteristiche case – torri, l’associazione culturale “Casa degli Artisti” si pone come un centro di rilevanza internazionale per la Land Art, forma d’arte contemporanea in cui la natura è l’elemento fondante ed ispiratore dell’esperienza artistica. Grazie ad Andreina De Tomassi e ad Antonio Sorace, i mille metri quadrati di quella che un tempo era la casa degli operai Enel, proprio sotto la diga del Furlo, dal 2010 sono diventati un laboratorio creativo, residenza per artisti ma anche per critici e storici dell’arte e giovani studiosi di restauro del contemporaneo, attraverso la collaborazione con la Scuola di restauro dell’Università di Urbino. La salvaguardia della biodiversità, non solo vegetale, e la difesa dell’arte sostenibile, sono i due binari statutari dell’associazione culturale.

Circa 400 artisti che nel corso degli ultimi dieci anni sono intervenuti, hanno dialogato apertamente con lo spazio della residenza, sia all’interno che all’esterno. In particolare ciò si è evidenziato nella zona boschiva che circonda la “Casa degli Artisti”, dove, più che in ogni altra parte, gli artisti hanno operato in simbiosi con l’area, cercando di interpretare il proprio intervento secondo principi di relazione diretta con gli elementi in gioco: vegetazione, terreno, eventuali strutture preesistenti. Ciò è evidenziato anche dall’attenzione dei promotori, Sorace e De Tomassi, che hanno aperto il parco a passeggiate didattiche, inerenti alle erbe spontanee, o visite guidate alle opere esposte, favorendo la conoscenza dell’area e della natura circostante, fino a giungere alla diga del Furlo.

La “Casa degli Artisti” è forse l’unico parco italiano dove è previsto un curatore del settore artistico e un curatore del verde. È anche area di studio da parte di entomologi e ornitologi, e porta avanti una diretta azione di tutela del territorio.

La “Casa degli Artisti” si configura dunque come uno dei punti di riferimento culturali imprescindibili per il Centro Italia, che vede la permanenza in sito di circa 200 opere, inserendosi, di diritto, nella grande tradizione italiana dei parchi-scultura, dai giardini di Boboli e Bomarzo al Giardino dei Tarocchi di Capalbio.

Non è dunque un caso che nel 2018 il Ministero dei Beni Culturali abbia decretato la “Casa degli Artisti” un “Luogo del Contemporaneo”, e che nel 2019 sia stata insignita del prestigioso Premio Rotondi.

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